GiĆ¹ la testa by Claudio Colombo

GiĆ¹ la testa by Claudio Colombo

autore:Claudio Colombo [Colombo, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hoepli
pubblicato: 2024-04-20T00:00:00+00:00


Domenica 24 marzo 1974, Caracas: l’annuncio arrivò all’improvviso e produsse nel mondo della boxe l’effetto di un meteorite lanciato a bomba sulla Terra. A due giorni dalla sfida tra George Foreman e Ken Norton, un impresario di nome Henry “Hank” Schwartz rivelò alla stampa che la successiva difesa di Foreman sarebbe stata contro Muhammad Ali. Il match si sarebbe svolto in settembre a Kinshasa, capitale dello Zaire, e ognuno dei due pugili avrebbe guadagnato la stratosferica borsa di cinque milioni di dollari. Esattamente il doppio della paga massima ottenuta da Ali in tutta la sua carriera, il triplo di quella mai incassata da Foreman.

Noi sappiamo già che cosa sia, e dove sia, lo Zaire. Possiamo tuttavia immaginare che, in quel preciso momento, il novanta per cento della popolazione mondiale lo ignorasse. Di sicuro, lo ignorava il cento per cento degli appassionati di pugilato. Fino a quel tempo, le grandi piazze della boxe erano state città famose d’America – New York, Miami, Las Vegas, Houston, Los Angeles – o d’Europa, Londra, Parigi, persino Roma e Milano. Cosa c’entrava lo Zaire? Come poteva una mente umana concepire un luogo così inverosimile per organizzare un evento di tale portata?

L’impresario che diede l’annuncio – ricordiamo il suo nome, Hank Schwartz, aggiungendo che era nato nel 1927 e che i suoi bisnonni venivano dalla Germania – in America era tutt’altro che uno sconosciuto: ebreo di Brooklyn, veterano della Seconda guerra mondiale, laureato in ingegneria, era uno dei maggiori esperti di teletrasmissione satellitare. Depositario di numerosi brevetti nel campo dell’elettronica e della comunicazione visiva, aveva fondato, con il socio Barry Burnstein, Video Techniques, azienda che si occupava di produrre e diffondere eventi per le tv a circuito chiuso. Detto così, nell’era di internet e del Metaverso, sembrerebbe una cosa da niente. In realtà, ciò che Schwartz costruì negli anni ’60 del secolo scorso era destinato a cambiare il mondo dello sport, o quantomeno il mondo della boxe. Perché proprio da Video Techniques partì la rivoluzione che avrebbe trasformato il pugilato in uno dei primi spettacoli visibili in (e da) ogni angolo del pianeta. Una rivoluzione che avrebbe ridotto quasi a zero la logica del botteghino – tot biglietti venduti, tot successo –, per affidare la riuscita di un avvenimento agli introiti dei diritti di trasmissione venduti alle stazioni televisive, ai teatri e ai cinema di tutto il mondo.

La montagna di denaro guadagnato, immaginò Schwartz, sarebbe servita a nutrire spettacoli sempre più sfarzosi, a reclutare gli interpreti migliori, a potenziare, in definitiva, la sostanza dell’evento. La nuova dimensione di uno sport vecchio come il mondo che si era messo in testa un’idea meravigliosa: conquistare il futuro.



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